"Profilo" di Giovanni Acci nel Calendario artistico 2021 di Vittorio Sgarbi
È stata una grande emozione ricevere la notizia inattesa della scelta dell’opera “Profilo” che Giovani Acci ha dedicato a sua moglie Milena,
per rappresentare il mese di settembre nel Calendario Artistico 2021 di Vittorio Sgarbi, grande studioso di Arte.
Importante perché racchiude l’annuncio della valorizzazione dell’Artista attraverso una forma di divulgazione per lui inedita e allevia, almeno in parte, la mancanza di attenzione nei suoi confronti. Fa ancora più piacere sapere che l’illustre critico apprezzi l’Opera di Giovanni Acci
e inserisca il dipinto nella sua collezione privata come corrispondente alla sua sensibilità.
Lo stesso potente sentimento provato quando nel 2018 il dipinto è stato accolto, per un intervento di restauro conservativo, in quello che in passato era lo studio dell’Artista, dove sempre più spesso tornano le sue opere per indagini, manutenzione e schedatura, grazie alle segnalazioni di appassionati collezionisti.
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Dodici capolavori, pressoché sconosciuti al grande pubblico, tanti quanti sono i mesi dell'anno: è il Calendario artistico 2021 di Vittorio Sgarbi, anzi, come lo definisce lui, il "Calendario delle donne, insolito nel suo genere".
Grande collezionista di opere d'arte, lo storico e critico d'arte ha letteralmente aperto le porte della sua casa romana, per mostrare dipinti inediti e di grande suggestione per i dodici mesi del progetto editoriale, nato da un'idea di Sabrina Colle e Nino Ippolito e realizzato con la collaborazione della casa editrice Il Cigno (da oggi in edicola, on line e su Amazon). [...] "Ogni mese - aggiunge Sgarbi - è illustrato da un'immagine femminile che esprime il suo stato d'animo in una corrispondenza di amorosi sensi". Ma c'è anche un legame con l'attualità. "Il 2020 è un anno da dimenticare - prosegue - Il 2021 sarà, questo è l'auspicio, l'anno della rinascita. Voglio sia ricordato con un Calendario di donne, insolito (il primo, spero, di una lunga serie) che testimoni, attraverso il linguaggio universale dell'arte, il ritorno alla vita. Perché non c'è rinascita senza cultura". (ANSA) |
Vittorio Sgarbi ha un’impressionante collezione di opere d’arte che sono state anche esposte in più occasioni, ma i quadri che arredano la sua casa sono naturalmente un numero limitato, sono quei dipinti che fanno parte del suo quotidiano. Tra questi numerosi sono i ritratti di donna. Rendere partecipi gli altri del mondo artistico e della bellezza di cui Sgarbi ama attorniarsi è l’idea di questo calendario. Ogni mese è rappresentato da un dipinto e commentato da lui. Da un genio che ha percorso la vita culturale e politica italiana, Gabriele d’Annunzio, che scrisse “Io ho quel che ho donato” all’ingresso del Vittoriale degli Italiani sul Lago di Garda e ne fece con la cornucopia il simbolo della dimora che poi appunto donò al popolo italiano, è nata la frase che Vittorio Sgarbi, parafrasando il Vate, ha voluto sintetizzasse il suo primo calendario: “Io ho quel che ho amato”.
(Nota dell’Editore) da un’idea di Sabrina Colle e Nino Ippolito fotografie di Massimiliano Ruta © Vittorio Sgarbi e Il Cigno GG Edizioni |
Monna Lisa del Giocondo, posso chiamarvi così? Mi piacerebbe conoscervi, amo studiare i caratteri e più di tutto le anime; da quel poco tempo che abbiamo avuto occasione di essere insieme, vi ho pensata serena, saggia, direi impassibile: impassibilità attributo divino. E’ così? In una parola, vi credo l’opposto di me che sono intimamente tutto scatti e ribellione, la vostra calligrafia ha ancor più reso saldo il mio giudizio su di voi. Quando vi ho veduta mi avete ispirato sensi di fiducia, pensieri spirituali elevati, pensieri di purezza.
Il vostro volto, che ricorda in modo impressionante le madonne fiorentine dipinte dagli antichi grandi maestri, non poteva che condurmi a ciò. Tutto questo non per adularvi, ma per la verità. Giovanni Acci
da lettera a Milena, 22 giugno 1943 |
L’opera “Profilo” conferma che quella di Giovanni Acci è un’Arte onesta (caratteristica che in molti hanno riconosciuto in vita all’Artista) ma allo stesso momento che è complessa nella sua espressione di sentimenti ineludibili e reconditi.
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