Donna e girasoli.
Nel dipinto è ritratta una donna che, china verso il suolo, sembra lavorare la terra, da cui si leva una fila, come una cortina, di girasoli misti a piante di mais con pannocchie e pennacchi rosso ossido (così belli, se non ci fossero bisognerebbe inventarli). Gli altissimi fiori, come presenze che partecipano all'attività della contadina, sembrano seguirne i movimenti, ognuno in modo diverso, quasi si potessero loro attribuire espressioni umane: nel gruppo a sinistra si possono leggere preoccupazione, indifferenza, stupore per le azioni dell'intrusa; mentre nel fiore a destra, solitario, si scorge un certo interesse per ciò che ella sta combinando.
Sotto un cielo che non rivela l'ora del giorno in cui la scena si svolge, nell'insieme, la composizione ha del metafisico, accentuato dal contrasto con la concreta azione quotidiana compiuta dalla donna.
L'ambientazione è piuttosto astratta, ma viene spontaneo pensare che, per rappresentare il luogo, l'Artista abbia tratto ispirazione da quegli spazi in cui si era trovato temporaneamente a vivere.
L'ambientazione è piuttosto astratta, ma viene spontaneo pensare che, per rappresentare il luogo, l'Artista abbia tratto ispirazione da quegli spazi in cui si era trovato temporaneamente a vivere.
E' certo però che la contadina effigiata è Erina, la stessa modella del dipinto “Donna con i limoni”, che abitava proprio a Luciana e aveva stretto un rapporto di amicizia con la giovane famiglia.
Qui è ritratta vestita di nero, con un cappello di paglia, lo stesso (ancora conservato nella casa del Pittore, a Tonfano) che si vede appeso a una sedia nell'opera “Cappello e limone”, eseguita nel medesimo periodo.
Qui è ritratta vestita di nero, con un cappello di paglia, lo stesso (ancora conservato nella casa del Pittore, a Tonfano) che si vede appeso a una sedia nell'opera “Cappello e limone”, eseguita nel medesimo periodo.
La figura è possente, gira leggermente la testa verso di noi che l'osserviamo, con quello sguardo espressivo, interrogativo, quasi inquietante, sembra chiedere: “Cos'hai da guardare?”; quell'occhio è reso solo con un tocco di bianco purissimo; stacca il colore rosso acceso dell'orecchio nella leggera ombra del cappello; le forti gambe hanno i muscoli tesi nello sforzo.
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Il primo piano cita i Maestri della pittura del Quattro-Cinquecento, con la grazia dei particolari, nella piantina dalle foglie verde tenero e in quelle piccole pietre aguzze sul terreno nudo, per fare solo alcuni esempi: Raffaello, Mantegna, Botticini.
L'opera, che misura cm. 65 x 55, è realizzata con colori a olio su tela incollata su tavola con rinforzo di telaio.
MostreE' stata presentata per la prima volta a Firenze, dal 15 al 25 novembre 1954 al Circolo degli Artisti Casa di Dante.
Nel gennaio 1955 alla Galleria degli Artisti a Milano. In una recensione sull'opera di Giovanni Acci, Giusto Matzeu (Accademico colombiano), a proposito della mostra milanese, elencando le varie opere esposte, scrive: “Donna e Girasoli, soave come un'egloga campestre, dove squilla il ritmo di una musica fatta di verdi e di gialli.” Dal 26 luglio al 6 agosto 1957 alla Galleria La Navicella di Viareggio, dove viene venduto a un collezionista toscano. Dall'aprile di quest'anno è proprietà di amatori dell'opera di Acci residenti in Liguria. |
Il girasole, fiore amato dall'Artista, è protagonista anche delle opere: Estate - Donna con i girasoli e i suoi bozzetti (1959), Girasoli (1971) e Vaso con girasoli (1955, incompiuto).
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