"Lacrime non ne posseggo più"
"ma tutto passa a questo mondo, occorre solo sapere aspettare"
Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, Giovanni Acci ha più di trent'anni ed è stato esonerato dalla leva in quanto figlio unico, orfano di un genitore e con padre con più di 65 anni; è costretto a rifugiarsi a Gombola, piccolo paese in provincia di Modena (terra d'origine del padre che qui aveva un piccola casa), interrompendo i primi contatti col mondo artistico fiorentino, tuttavia il suo studio continua e così la produzione artistica, che prosegue nonostante le difficoltà.
I documenti riportati sono lettere d'amore. La guerra fa da sfondo, in quanto condiziona le scelte di vita e provoca nelle persone uno stato di prostrazione e desolazione che emerge con forza dalle lettere stesse.
Acci non ha partecipato alla lotta partigiana, ma non era neutro: amava la vita e la libertà ed era contro la guerra, la sopraffazione e la violenza. 18 giugno 1944 Nasce a Montefiorino la prima Repubblica partigiana dell'Italia occupata La Repubblica resiste fino al 30 luglio e la zona controllata corrisponde al territorio dei comuni di Montefiorino, Prignano, Frassinoro, Polinago, Villa Minozzo, Ligonchio e Toano. "quando gli uomini ci si mettono riescono a rendere infernale anche il più Felice angolo di mondo, io spesso spesso mi domando dove saranno andati a Finire quei barbari che spesso spesso venivano a Farci visita distruggendo e terrorizzando; tutto il loro odio tutta la loro sete di distruzione dove se ne sono andati?" -Gombola, maggio 1945- Per i morti della resistenza Qui Vivono per sempre Gli occhi che furono chiusi alla luce Perché tutti Li avessero aperti Per sempre Alla luce Giuseppe Ungaretti |
Nel maggio del '43 conosce Milena, giovane maestra di Montefiorino , giunta a Gombola per le prime esperienze da insegnante.
E' il classico colpo di fulmine: nei nove anni di fidanzamento (si sposeranno solo nel 1952) terranno una fitta corrispondenza, ricca di racconti e pensieri. "L'ore più brutte l'ha passate in quella cella piena di scritte che dicono addio alla vita [...] Io ho passato là, Fra quelle quattro pareti, delle ore indimenticabili, ero così sereno, così pieno di pace che non ti so dire poi è venuta la liberazione" -Gombola, febbraio 1945- 11 agosto 1944 Liberazione di Firenze |
E' zona di Resistenza, Gombola si trova sotto la Linea Gotica, è sottoposta a continui controlli e soggetta ad azioni di contrasto che coinvolgevano anche la popolazione civile. Acci e il padre vanno incontro a traversie di ogni genere, completo isolamento, rastrellamenti, prigionia.
"Cosa ci accadrà? Sono tutti pessimisti eccettuato io e il babbo. Il Signore ci aiuterà … coro pessimistico di protesta, son momenti duri questi. Sì, è vero, ma il Signore è con noi. Mi guardano, non hanno fede loro e giù a lamentarsi. […] il tempo è passato ed è venuta la liberazione. Signore ti ringrazio e giù fuori a respirare l’aria pura; com’è bello il sole, com’è bella la luce, com’è bella la libertà! […] Com’è bella la vita! Adoro la vita!" -Gombola, febbraio 1945- Verso la fine della guerra (14 - 18 aprile 1945), rientrando in città dallo sfollamento, Milena e la sua famiglia trasportavano i pochi mobili e suppellettili; il disegno era nascosto all'interno di un armadio.Furono colti dalla scarica di mitraglia di un aereo: fortunatamente rimasero illesi ed anche il ritratto ebbe rotto solo il vetro. L'autoritratto è stato realizzato per la futura sposa che abitava lontano con la tecnica del disegno su carta; di magistrale esecuzione a brevi tratti di matita che descrivono, oltre i particolari del volto sino nel più piccolo dettaglio, anche la varietà dei tessuti: il cotone della camicia, ogni punto del maglione a coste e la giacca rigata di lana. "Eravamo avviliti, stanchi non se ne poteva più, io mi gettai in terra e così dormii sotto le stelle; c'era un cielo che era una meraviglia, era un peccato chiudere gli occhi per dormire di Fronte a tanta bellezza, ma la stanchezza vinse; mi svegliò il Freddo pungente dell'alba" -Firenze, ottobre 1945- |
"C'è una lunga colonna di uomini vestiti di scuro che salgono per un sentiero [...] sono uno sfollato, sono un pittore Fiorentino, c'è un ufficiale che mi lascerebbe andare ma uno non vuole [...] improvvisamente! Un colpo; due, dieci; gran scompiglio e raffiche di mitraglia; salveremo la pelle?" -Gombola, febbraio 1945- 22 aprile 1945 Liberazione di Modena |
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"debbo darti una buona notizia; stasera, assieme alla tua lettera me n'è giunta una del critico d'Arte Vittorio D'Aste e dice
- la libertà restituita al popolo italiano s'intende estesa anche All'arte. Diamine! E ce n'era bisogno. Questo dire di D'aste,che è critico del nuovo Giornale mi riempie di gioia perché la mia pittura era in opposizione Alle teorie del tramontato regime, ora, ed in seguito meglio Ancora, chi avrà più respiro Farà più via; mentre le teorie che hanno imperato fino a poco tempo Fà agevolavano i negati per natura, gli incapaci e gli inventori di nuove mode; Anzi molti sfacciati e traditori di se medesimi, vale a dire i veri traditori, erano saliti in Fama; Fama naturalmente usurpata e che presto non tarderà a cadere" -Gombola, Agosto 1943- |