Cronaca di una giornata fuori dal comune8 dicembre 2022, festa dell'Immacolata. È anche il giorno dell'inaugurazione della mostra I PITTORI DELLA REALTA', VERITA' E ILLUSIONE TRA SEICENTO E NOVECENTO nella bella città di Fermo nelle Marche, mostra dedicata ancora a quel piccolo gruppo di artisti che, nella seconda metà degli anni '40, con la propria maniera di dipingere, provocò un'opposizione all'era dilagante delle correnti artistiche del '900. Si tratta di una rilettura della precedente recentissima esposizione al MART di Rovereto conclusasi a fine ottobre scorso; in questa nuova occasione il riflettore viene puntato sull'influenza dell'arte pittorica del Seicento, riesaminando la coincidenza della valenza storica come bagaglio culturale di Acci, Annigoni, fratelli Bueno, Guarienti, Sciltian e Serri che dipinsero in quel breve arco di tempo, senza contraffazioni di tipo imitativo, ciascuno con un proprio stile e sincera poetica realista, andando incontro a molte polemiche e alla riluttanza degli “addetti ai lavori” ma allo stesso tempo apprezzatissimi dal pubblico. Partenza per Fermo alle 5 e 20 del mattino; arrivo alle 10 e 30, Teatro dell'Aquila dove è prevista la presentazione dell'evento. Ci accomodiamo (tutta la famiglia) in terza fila dove ci sono stati riservati i posti a sedere, ammiriamo l'ambiente, un piccolo gioiello settecentesco. Siamo accanto a Isabella Bueno, figlia di Antonio, e a Emanuele Barletti della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Dopo una breve attesa arriva Vittorio Sgarbi e viene fermato nel corridoio centrale da una piccola folla che vuole rendergli omaggio, si sofferma proprio dove siamo noi; mi faccio coraggio, non mi capiterà un'altra occasione, vinco il timore che sempre provo, di disturbare, mi alzo, mi avvicino, i nostri sguardi si incrociano e mi presento “sono la figlia di Acci”. Sgarbi mi sorprende, mi abbraccia e mi stringe, è contento di conoscermi, mi chiede 'ci sarete per la mostra, vero?', faccio un cenno d'assenso. Durante la presentazione fa vedere e commenta le fotografie delle opere esposte, ci sono anche le nostre: Donna con i limoni, Autoritratto, Profilo, Ritratto del padre; ha poi fatto un sacco di elogi e mentre stiamo per alzarci si rivolge al pubblico 'aspettate, visto che in sala ci sono anche gli eredi, vi faccio vedere anche questo' (e mostra il Crocifero) sfidando tutti a negare che quest'opera possa essere del Seicento! Ci avviamo al Palazzo dei Priori, bellissimo edificio del XVII secolo, sede del Municipio, della Pinacoteca e della Biblioteca comunali, luogo dove è ospitata l'esposizione, c'è un po' di fila per entrare; mentre aspettiamo il nostro turno, fa capolino un signore che si qualifica come assistente di Sgarbi, chiede se c'è qualcuno degli eredi di Acci. Ci aprono il cordone che contiene il flusso di persone e andiamo velocemente all'interno della mostra. Sgarbi mi travolge col suo entusiasmo, mi guida prendendomi per mano per farmi ammirare i dipinti del babbo, come sono collocati. Mi accompagna nell'ultima sala: c'è l'Autoritratto, il ritratto del nonno, la Donna con i limoni, sono illuminati perfettamente, i colori risaltano; davanti al Profilo esclama 'questo è mio! Come potevo resistere' (il ritratto di Milena fa parte, da qualche anno, della collezione personale del critico). Via via il Professore mi presenta delle persone, tutte dimostrano grande apprezzamento e fanno tanti complimenti, ringrazio tutti, ma, come dico sempre, io non ho nessun merito. Il Ritratto del padre ha una parete tutta per sé e il Crocifero è affiancato, niente meno che, alla grande e splendida pala d'altare di Rubens, L'adorazione dei pastori nella collezione permanente della Pinacoteca della città. Sgarbi davanti alla tela del babbo ripete a gran voce “chi può negare che questo potrebbe essere un dipinto del Seicento?!”. Parlando dell'opera spiego che è molto complessa e che, insieme ai miei collaboratori, sto preparando un approfondimento sull'iconografia originale e le vicende del quadro, il Professore dimostra il suo grande interesse ripagandomi dello sforzo speso perché venisse incluso nella ristretta rosa di opere esposte al Mart. Sono lusingata e frastornata per questo inaspettato coinvolgimento e molto felice per l'importanza e il particolare risalto che è stato dato al lavoro del babbo. Con Sgarbi c'incontriamo ancora nella sala del buffet, mi domanda dove abitiamo, dice che si trova spesso dalle nostre parti e che verrà sicuramente a trovarci, mi chiede il numero di cellulare. Rientriamo a casa, stanchi per il viaggio di novecento kilometri ma, dopo questo riscontro positivo, con la certezza che la strada che si sta percorrendo per la divulgazione dell'arte di Giovanni Acci è più illuminata. Maria Acci dicembre 2022 Ringraziamenti A tutti gli Enti pubblici e privati promotori della mostra Alla città di Fermo, al Sindaco e agli Assessorati alla Cultura e al Turismo Agli organizzatori dell'esposizione e collaboratori Ai curatori Vittorio Sgarbi, Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari |
Foto: Marilena Imbrescia per Comune e Musei di Fermo, Giovanni Acci Sito Ufficiale, artemagazine, classicult, Raffaele Vitali per la testata la Provincia di Fermo
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[comunicato stampa]
La nuova mostra ai Musei di Fermo si inserisce tra i grandi eventi culturali del progetto regionale “Il Seicento nelle Marche”. L’esposizione, realizzata grazie alla preziosa collaborazione con il Mart di Rovereto, rilegge una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra. Un grande evento che racconta l’avventura esaltante dei Pittori Moderni della Realtà, un gruppo di artisti che esordisce nel 1947 scagliandosi contro gli esiti del modernismo per difendere e recuperare la grande tradizione pittorica, tra verità e illusione, da Caravaggio alla pittura spagnola e fiamminga. La mostra sarà visitabile dal 9 dicembre 2022 all’1 maggio 2023. A Palazzo dei Priori si potranno ammirare oltre 70 opere di Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, i fratelli Antonio e Xavier Bueno, con Giovanni Acci, Alfredo Serri e Giorgio de Chirico, con il quale condividono la necessità del “ritorno al mestiere”; e ancora, opere di importanti artisti antichi, fonte di ispirazione e modello con L’adorazione dei pastori di Rubens e la Pentecoste di Lanfranco che troviamo nelle sale della Pinacoteca. |