Il muratore
Il lavoro
La principale attività dell'uomo, manuale o intellettuale e con risvolti più raffinati e complementari di arricchimento psichico e spirituale: può essere quello che si ha avuto la fortuna di scegliere secondo le proprie attitudini, che ci permette di realizzarci come persona, oltre che, materialmente, di vivere. Oppure può essere solo lo strumento urgente e immediato, di volta in volta, per “tirare a campare”, qualunque sia; o ancora può non essere scelto, ma capitare grazie al caso, alle circostanze che possono favorire incontri e dare nuove e buone occasioni. Può dare appagamento, essere opportunità di realizzazione e di crescita, sviluppo e coscienza di essere, con il proprio contributo, in qualunque campo, utili alla società e a chi ci vive accanto. In ogni caso è anche fatica, sudore e stanchezza.
Di questo importante tema, imprescindibile espressione sociale e umana dell'individuo, il Pittore Acci si è occupato con numerose opere che rappresentano personaggi che svolgono il loro caratteristico mestiere in solitudine, figure idealizzate, spesso impegnate in attività ormai desuete. Esistenze umane che, grazie al loro strumento di lavoro, vengono riconosciute oppure esprimono il proprio stato d'animo con l'impostazione della figura nel luogo deputato che l'Artista ha loro destinato. Ne sono esempio: Donna che cuce; Il Vagliatore, con bozzetti in diverse versioni; Donna e girasoli, con la contadina piegata verso la terra che sta lavorando e, sullo sfondo, una cortina di girasoli; Il pescatore, in varie declinazioni; Il portalegna, che si curva sotto il peso della fascina, nella faticosa salita; Aratura, dove, in un paesaggio montano, una figura femminile incita un tiro di buoi e un uomo spinge l'aratro, in una natura impervia; Contadina che riposa; il cacciatore, in almeno quattro versioni: quello del 1957 che rappresenta il soggetto in ginocchio nell'atto di sparare a un'anatra, Il riposo del cacciatore, Follia e uno dei più conosciuti intitolato Apocalisse. Sono invece molte le opere di cui non abbiamo un'immagine di riferimento, ma solo un titolo qualche volta esplicito, come Barcaiolo, L'uomo con la zappa e altri. Dallo stesso punto di vista sono da includere anche gli autoritratti in cui il Pittore stesso si identifica col suo esercizio, ritraendosi con i pennelli in mano o con il violino. Risulta un unicum l'opera che affronta il lavoro di gruppo, la piccola Mietitura degli anni '40, paesaggio con contadini che tagliano il grano sullo sfondo e una figura in primo piano che si disseta. Una scena caratteristica di forte carica emotiva è rappresentata nell'opera La tempesta dove il cavallo arranca con il suo pesante carico; distante, quasi non si vede, l'uomo che lo incita per la salita prima che giunga il temporale; il dipinto documenta, senza evidente riconoscimento, il titolo infatti non è esplicativo, il particolare lavoro dei renaioli in Arno. L'idea di riunire questi dipinti sotto lo stesso tema del lavoro ci è stato suggerito da “Il Muratore”. |
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Il muratore
"Il Muratore”, così si intitola la piccola tavola (tela incollata su compensato rinforzato con telaio, cm.62x74) dal soggetto insolito: l'uomo cammina, si muove con lentezza sull'impalcatura in legno creata per realizzare il coronamento delle arcate sostenute da pilastri in pietra, le sue gambe, sino sotto al ginocchio, sono nascoste nel vano che si riempirà di calcestruzzo; sembra lieto di svolgere il proprio lavoro: è consapevole di COSTRUIRE qualcosa di utile. Ha in mano una mazzuola e l'abbigliamento classico per un carpentiere, berretto per proteggersi dal sole, canottiera e pantaloncini corti. C'è azione quindi, la scena
non è statica, il movimento dell'uomo suscita anche in noi quella voglia di voler
finire i lavori. Il Pittore immortala un banale atto lavorativo e allo stesso tempo trasmette il desiderio della realizzazione di un progetto, la luce del sole investe dunque questa scena.
Considerando anche lo stato di avanzamento dei lavori, l'orientamento dell'edificio e l'inclinazione delle ombre nette dei travicelli proiettate dalla luce sulle pietre, si può presumere che siamo in estate e che l'ora preceda di poco il Mezzogiorno. Per logica deduzione l'operaio sta compiendo un giro di controllo prima di 'staccare' per il pranzo, non sembra neppure stanco: è tutto pronto per la gettata!
In primo piano, la terrazza con il pavimento in cotto e il profilo in travertino è resa senza indugiare nei particolari dei diversi materiali, mentre le bozze in pietra serena sono definite nei più piccoli dettagli con svariate sfumature di colore, seppure in modo astratto. Lì vicino il Pittore osserva e ritrae tutto questo stando in posizione arretrata, con le spalle all'ingresso del futuro soggiorno.
Sul terreno, che è ancora da sistemare, incolto, sabbioso, con qualche scarto di pietra scheggiata, è abbandonato un barattolo macchiato di vernice rossa (sarà quello il colore dei travicelli che si intravedono sotto il tetto) a fianco è gettata una tavoletta in legno, tutti piccoli segni di incompiutezza.
Il cielo è blu scuro, ma molto luminoso; sul fondo, oltre la linea di erba verde vivo, si delinea la vegetazione bassa tipica della Versilia, realizzata con i colori accesi tanto amati da Acci. Attraverso gli arbusti si intravede una costruzione bianca con i tetti sfalzati, una delle prime edificate in questo luogo, allora ancora quasi disabitato, dove scorreva il fiume Tonfano circondato da zone paludose, canneti, salici e allietato dal gracidare delle rane.
non è statica, il movimento dell'uomo suscita anche in noi quella voglia di voler
finire i lavori. Il Pittore immortala un banale atto lavorativo e allo stesso tempo trasmette il desiderio della realizzazione di un progetto, la luce del sole investe dunque questa scena.
Considerando anche lo stato di avanzamento dei lavori, l'orientamento dell'edificio e l'inclinazione delle ombre nette dei travicelli proiettate dalla luce sulle pietre, si può presumere che siamo in estate e che l'ora preceda di poco il Mezzogiorno. Per logica deduzione l'operaio sta compiendo un giro di controllo prima di 'staccare' per il pranzo, non sembra neppure stanco: è tutto pronto per la gettata!
In primo piano, la terrazza con il pavimento in cotto e il profilo in travertino è resa senza indugiare nei particolari dei diversi materiali, mentre le bozze in pietra serena sono definite nei più piccoli dettagli con svariate sfumature di colore, seppure in modo astratto. Lì vicino il Pittore osserva e ritrae tutto questo stando in posizione arretrata, con le spalle all'ingresso del futuro soggiorno.
Sul terreno, che è ancora da sistemare, incolto, sabbioso, con qualche scarto di pietra scheggiata, è abbandonato un barattolo macchiato di vernice rossa (sarà quello il colore dei travicelli che si intravedono sotto il tetto) a fianco è gettata una tavoletta in legno, tutti piccoli segni di incompiutezza.
Il cielo è blu scuro, ma molto luminoso; sul fondo, oltre la linea di erba verde vivo, si delinea la vegetazione bassa tipica della Versilia, realizzata con i colori accesi tanto amati da Acci. Attraverso gli arbusti si intravede una costruzione bianca con i tetti sfalzati, una delle prime edificate in questo luogo, allora ancora quasi disabitato, dove scorreva il fiume Tonfano circondato da zone paludose, canneti, salici e allietato dal gracidare delle rane.
A margine... (clicca per espandere)
Un caro amico, affezionato all'Opera di Acci, attento e partecipe alla nostra iniziativa, ci segnala:
" [...] l'ipotesi del periodo e dell'orario [...] è plausibile. Per questo, consultate le carte solari, riferite rispettivamente all'agosto e settembre 1970 (i dati disponibili non arrivavano più indietro) dove è possibile valutare la fondatezza dell'ipotesi [...] Guardando le ombre, direi che l'altezza del sole è meglio collocabile fra i 50° ed i 60°. Questo, associato alla inclinazione, avallerebbe l'ipotesi dei primi di agosto, in orario sempre fra le 11,00 e le 12,00. Per quanto invece riguarda l'opera, è senz'altro riferita alla posa e completamento delle casserature (per questo il muratore è armato di solo mazzuolo), prima della posa dell'armatura e del successivo getto di calcestruzzo. Infatti, si nota come l'operaio cammini dentro la casseratura (cosa impossibile se fossero già state posate le armature di ferro e, tanto meno, se fosse già stato eseguito il getto). Resta il dubbio sulla dotazione di mazzuolo, arnese usato solo per opere grossolane (demolizione di piccole pareti leggere), e non adatto all'infissione dei chiodi." - 09 ottobre 2019
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Si ringrazia l'Architetto Stefano Ciardelli per questo contributo, che conferma e arricchisce con precisione l'artificio raffigurato dall'Artista. |
Nella casa in costruzione, che si vede solo parzialmente, si riconosce quella del Pittore che è stata terminata nel settembre 1956, infatti quest'opera è di quel periodo e coglie un momento della vita di tutti i giorni, ma molto importante: la costruzione di un luogo che ospiterà la FAMIGLIA.
Giovanni Acci ha passato da un po' i quaranta anni, è finalmente riuscito, con tanta fatica e superando molte avversità, a costruire una famiglia, con l'amata Milena e i due piccoli figli, il padre Fortunato che sempre l'ha sostenuto: la tormentata scelta della sua strada, dalla Musica alla Pittura; la prematura morte della madre, grande dolore che l'ha sempre accompagnato; l'arrivo della guerra con lo sfollamento a Gombola, piccolissimo paese dell'Appennino modenese, lontano da tutto e da tutti; le difficoltà incontrate per mancanza di mezzi e di un luogo luminoso dove lavorare, disegnava e dipingeva soprattutto all'aperto; l'interruzione delle mostre con le quali aveva da poco iniziato a farsi conoscere. Poi i rastrellamenti e le fughe in mezzo a neve e fango, la prigionia. Ritornato a Firenze con il padre, trova la sua casa distrutta ed è costretto per due anni e mezzo a vivere al Campo Profughi di via della Scala attorniato da un'umanità provata dal conflitto e in condizioni di miseria e sporcizia. Finalmente conosce il Conte della Gherardesca che, rimasto colpito dalla sua Arte, vuole trovare per lui una sistemazione più dignitosa, così si sposta a Fiesole, ospite del nobiluomo. Nel 1952 riesce finalmente a sposarsi con Milena, anche su questo fronte, dopo molte tribolazioni, nove anni di fidanzamento, lontani l'uno dall'altra.
L'incontro con Sandro Rubboli, facoltoso gallerista milanese lo porterà in Versilia.
Con la realizzazione de “Il Muratore”, Acci ha voluto così catturare il momento in cui sta per compiersi il sogno di avere una casa propria.
Si sente in quest'opera, come in altre dello stesso periodo, ad es. “Contadina che riposa”, la gioia provata nell'avvicinarsi alla realizzazione di ciò per cui si è tanto lottato: la famiglia, il lavoro, tutto sembra finalmente, dopo tanta sofferenza, avviarsi su una buona strada. |
Emergono dall'Archivio del Pittore, opere delle quali conosciamo solo il titolo, tra le tante: La via Foscolo e Il mio studio. Dall'argomento si deduce che possano essere accomunate al Muratore ed essere considerate come dedica alla sua nuova condizione "di proprietario" da intendersi non solo in senso materiale. |
L'opera è stata esposta per la prima volta in agosto del 1957, nella fortunata mostra presso la Galleria La Navicella di Viareggio e l'ultima nell'aprile 1961 alla Galleria San Carlo di Milano.
E' stata donata al poeta e scrittore Michele Campana (Modigliana, 8 gennaio 1885 – Firenze, 2 febbraio 1968) nel 1966 in segno di riconoscenza per le lusinghiere parole che aveva scritto nel contributo dato in occasione della piccola monografia edita da Il Fauno. In seguito era nata tra i due una stima reciproca che ha alimentato un breve scambio epistolare. Dopo la pubblicazione dell’appello per “I Ricercati”, la figlia della pronipote di Michele Campana, Micaela Pazzi, ha preso contatto con il nostro sito, facendo riscoprire questo dipinto, del quale si conosceva solo il titolo mentre una fotografia in bianco e nero, la panoramica di una mostra alla Galleria San Marco di Roma, forniva un'immagine indecifrabile riflessa sul vetro che non lasciava neppure immaginare di cosa si trattasse. |
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- Si ringraziano sentitamente Micaela Pazzi e l'Archivio Fondazione Primo Conti. -